| Salve a tutte. Mi sono iscritta per testimoniare la mia esperienza al Burlo. Esperienza che considero molto positiva, in confronto alla prima avuta in un ospedale in provincia di Napoli. La prima gravidanza affrontata appena un anno fa (i miei figli hanno 12 mesi di differenza) è avvenuta giù e seguita per intero da ginecologa privata che, però, lavorava anche in ospedale. Una gravidanza segnata dal diabete gestazionale, senza alcun supporto ospedaliero e un travaglio di 18 ore senza alcuna assistenza. Fui abbandonata nella sala dei tracciati (altrimenti avrei dovuto fare il travaglio in camera alla presenza dei visitatori) e ho dovuto assistere alla rottura del sacco di altre partorienti ( senza alcuna privacy). Mi fu addirittura detto che non dovevo gridare per non spaventare le altre che dovevano partorire. Mio marito veniva continuamente cacciato fuori, ed è stato fatto entrare una sola volta ( era ora della loro cena). Non mi è stata fatta anestesia, nonostante avessi fatto anche la visita per l'epidurale. Dopo 17 ore di travaglio arrivò un'ostretica che mi disse che io l'avevo fatta scocciare perchè non collaboravo (roba da denuncia). In tutto questo continuavo a dire di essere diabetica e che il bambino andava controllato. Finalmente mi fu data una sedia, sulla quale riuscivo a spingere e dopo un'ora fui portata in sala parto, dove mio figlio nacque un solo cinque spinte. Fui ricucita senza anestesia, e urlavo peggio che per le contrazioni. Mi riportarono in camera tremolate e con la mia sola camicia da notte, senza la vestaglia o una coperta. Mio marito non poteva vedere il figlio, se non dal vetro del nido. Per non dire che non mi fu fatto attaccare subito il bambino al seno, che ovviamente non si è più attaccato; inoltre il bambino fu dimesso un giorno dopo di me per via dell'ittero, ma nessuno si preoccupò del fatto che dovessi allattarlo. La seconda gravidanza è avvenuta a trieste ed è stata l'esatto opposto della precedente. Sono stata seguita interamente in ospedale, pagando solo alcune analisi. Ho avuto sempre un lungo travaglio, ma seguito da ben due ostretiche che mi hanno aiutata a far nascere un bambino di ben 4,070 kg, evitandomi il cesareo. Mio marito è stato con me per tutto il tempo e ha tagliato in cordone. Mi è stata addirittura portata la colazione. Il bambino, attaccato subito con il loro aiuto, non ha avuto alcun problema a succhiare e mio marito aveva un braccialetto come il mio che gli consentiva in qualunque momento di entrare nel nido, una cosa che per uno del sud sembra fantascienza. Insomma due esperienze completamente diverse. Tutti dipende dal personale che si incontra, ma certo è che gli ospedali del nord funzionano meglio, e sei poi deve capitare un evento tragico quello succede anche nel migliore degli ospedale e con i migliori medici.
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